Categories Il magico mondo di Sara

Le magiche case parlanti

Le magiche case parlanti

Era il primo giorno delle vacanze di Natale e in quella fredda mattina d’inverno Sara e Peter decisero di incamminarsi nel bosco per raccogliere qualche bacca colorata, un po’ di muschio e qualche rametto per decorare i davanzali e il camino delle loro case in attesa dell’arrivo, a mezzanotte, di Babbo Natale.

In quel magico pomeriggio corsero spensierati canticchiando allegramente e raccolsero bellissimi rami di agrifoglio, qualche pigna e alcune bacche fino a quando la loro attenzione venne improvvisamente catturata da un grande albero sul cui robusto tronco scorsero una porta che lentamente si aprì; Sara e Peter osservarono incuriositi e notarono che al di là della porta non vi era apparentemente nulla.

Una gran folata di vento freddo fece improvvisamente spalancare la porta, così i bambini decisero di oltrepassarla e davanti a loro comparve, come per magia, un viale lastricato di pietre e ciottoli ai lati del quale sorgevano delle simpatiche case a forma di libro.

Sara e Peter si guardarono intorno stando per qualche minuto in silenzio, quando udirono una voce provenire da una di quelle case che li invitava ad entrare al caldo e così fecero. Salirono su una ripida scala a chiocciola e videro intorno a sé grandi scaffali di libri antichi, di ogni forma e colore e udirono una voce che li accolse, li invitò ad accomodarsi accanto al camino acceso per riscaldarsi e iniziò il suo racconto “Cari bambini, sono felice che siate venuti a farmi un po’ di compagnia, è da molto tempo che sono sola!”

I bambini non capivano da dove provenisse quella voce e rimasero un po’ in silenzio, quando la udirono di nuovo “Sono io che parlo bambini, sono la casa” e poi rivelò a Sara e Peter che oltrepassando quella porta posta nel tronco di quel grande albero avevano fatto un salto in una diversa dimensione, in un magico paese di case parlanti e poi proseguì “Sono stata progettata e poi costruita nel 1920 da un famoso architetto che attraverso la mia forma ha voluto rendere omaggio alla grande passione che aveva sia per la lettura che per la scrittura; ho vissuto degli anni bellissimi, venivo curata e mi sentivo amata, le persone che abitavano qui avevano un grande rispetto di me, c’era sempre allegria, bella musica e una grande armonia. Qualche anno fa se ne sono andati ad abitare altrove e mi sono ritrovata sola; hanno lasciato solo scaffali di libri che nessuno legge più e trascorro le mie giornate in solitudine. Spero tanto che qualcuno decida di abitarmi di nuovo, che mi tolga tutta questa polvere e mi renda di nuovo felice!”

Peter e Sara ascoltarono attentamente quelle parole e decisero di donare una carezza a quella simpatica casa: accesero la musica, aprirono le finestre, arieggiarono gli ambienti, cercarono stracci e qualche panno e si misero subito al lavoro per pulire la casa da polvere e sporco e addobbarono il camino con ciò che avevano raccolto nel bosco. Sentirono che quella curiosa casa era felice, così la salutarono, la ringraziarono per averli accolti e si incamminarono nel viale.

Nel frattempo aveva iniziato a nevicare e le strade erano già coperte da un alto strato di soffice neve; dopo aver camminato qualche decina di minuti, videro davanti a loro uno scenario completamente diverso: immersa all’interno di un parco sorgeva una sontuosa e moderna costruzione che Sara e Peter si fermarono ad osservare per qualche minuto in silenzio finché udirono una voce squillante che li invitò ad entrare: “Accomodatevi bambini, vi ho visto arrivare dalla telecamera dell’ingresso, vi apro il cancello del vialetto.”

I bambini si avvicinarono incuriositi, la porta d’ingresso si aprì e davanti ai loro occhi apparve una casa bellissima, dotata di ogni comfort, con un bellissimo camino in pietra, tantissimi giocattoli, una sala con ampi divani e una cucina attrezzata con le più moderne tecnologie.

“Sono stata costruita con materiali naturali come il legno e l’argilla, ho una forma moderna ed elegante, ho un bellissimo giardino e una stupenda piscina; mi sento molto bella, ammirata, ben curata e intelligente: ho saputo infatti che mi hanno installato una tecnologia grazie alla quale riesco da sola ad aprire le finestre, ad accendere il riscaldamento o il raffrescamento, ad avviare la lavastoviglie o la lavatrice anche quando i miei proprietari sono lontani da me. Sono anche in grado di utilizzare il calore del sole e quello della terra per accendere le luci e riscaldare l’acqua” esclamò la casa e proseguì “Sento di essere fortunata, le mie amiche non sono tecnologiche come me, tuttavia mi sento spesso sola, vorrei che i miei proprietari trascorressero più tempo in mia compagnia e non solo la sera quando, stanchi per la dura giornata di lavoro, fanno rientro da me! Li vorrei accogliere con il sorriso, fargli sentire il mio calore, donargli coraggio e fiducia nei momenti più difficili e stancanti e non solo servire loro per accendere o spegnere l’impianto di sorveglianza, ma loro sono sempre troppo stanchi per ascoltare l’affetto che vorrei trasmettergli.”

Ad un tratto si sentì il rumore della porta del garage aprirsi e la casa disse ai bambini che i proprietari erano arrivati, così Sara e Peter corsero fuori dal vialetto salutando in fretta quella modernissima e bella casa.

Tornati sulla strada principale, iniziarono a parlare di quelle strane case parlanti e di come ciascuna di loro serbasse tesori ed esperienze importanti da condividere e raccontare; camminarono chiacchierando tranquillamente per più di un’ora sotto la neve quando videro una dolce collina sulla quale scorsero un bellissimo cottage dal quale sentirono provenire festose note musicali.

Si avvicinarono e intravidero dalle grandi finestre bellissimi addobbi natalizie e tantissimi pacchettini colorati di rosso; rimasero in attesa sperando che anche quella casa avesse il desiderio di raccontare la sua storia e li invitasse ad entrare per riscaldarsi. Trascorsero una manciata di minuti quando udirono uno scricchiolio e videro che una grande finestra si aprì e la casa invitò i bambini a sedersi vicino al fuoco del camino per scaldarsi, prima di rimettersi in marcia per tornare verso il bosco.

“Sono una casa felice, abitata da tanti bambini festosi, dai loro genitori e anche dai nonni. Viviamo di cose semplici e apparentemente insignificanti ma che per noi sono più importanti di tutto. Io vengo curata fin nei minimi dettagli, abbiamo un orto dove coltiviamo gli ortaggi, vari tipi di tuberi, i cereali e le piante da frutta. La cucina è il regno della nonna che prepara tutto con le sue mani: dalla pasta alle conserve di pomodoro, dalle marmellate ad ogni genere di torta. Il nonno si occupa dei campi e della legna per l’inverno, mentre i genitori dei bambini lavorano in una scuola dove insegnano l’uno matematica e scienza e l’altra grammatica e letteratura.” Sara e Peter si erano avvicinati al camino per scaldarsi e asciugare i loro cappottini ormai bagnati dalla neve ed entrambi percepivano una grande pace, come se quella casa fosse in grado di accarezzare le loro anime e di stringerli in un tenero e caldo abbraccio. Sarebbero rimasti lì per ore cullati da quella magica energia ma il sole era quasi calato, si stava facendo buio e le strade erano ormai ghiacciate, così Sara e Peter decisero di tornare verso casa.

Si incamminarono lungo un sentiero del bosco e da lontano scorsero il grande albero che li attendeva con la porta aperta; si avvicinarono la oltrepassarono e la richiusero ringraziando l’albero per avergli permesso di viaggiare in una diversa dimensione.

La nostra casa è tutto ciò che essa contiene, dunque non solo mattoni, mobili od oggetti materiali, ma anche emozioni, ricordi, pensieri ed esperienze vissute che aprono la porta ad una segreta vita invisibile della quale siamo parte integrante e che vivrà per sempre nelle nostre memorie.

 

 

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